LA STORIA
LA MORTE DI IRIS E DEI COMPAGNI
Silvio e Iris partirono con dieci compagni verso Forlì, per tentare l’assalto al carcere e liberare Tonino Spazzoli, sotto suggerimento di Franco Rossi, ex membro della banda. Il 15 agosto 1944 Rossi rubò le armi della banda lasciando scritto in un biglietto che le aveva prese in prestito e che sarebbero dovuti andarle a prendere il venerdì seguente, il 18, a Cornio. Silvio si recò a Papiano per avere notizie di Rossi, del quale ormai sospettava; Iris, rimasta a Cornio, durante l’assenza di Silvio fece accidentalmente partire un colpo dal suo “sten” ferendosi sopra al ginocchio sinistro. Per il dolore e per il timore di essere abbandonata, mandò un contadino a sollecitare il ritorno di Silvio. Corbari la raggiunse. Ora i partigiani a Cornio sono quattro: Iris Versari, Corbari, Casadei e Spazzoli.
I quattro decidono di passare la notte a casa di un contadino, a causa delle condizioni di Iris, che non può camminare; dicono al contadino di svegliarli alle quattro. All’ora stabilita il contadino li sveglia, ma non si alzano e continuano a dormire.
All’alba il contadino si alza; apre la porta di casa per dare un’occhiata al tempo ma l’intimazione di 'alto là' lo inchioda sulla soglia. Riesce comunque a precipitarsi in casa e a dare l’allarme. I militi entrano in casa, un ufficiale entra nella camera dove sono Iris e Silvio, ma lei lo uccide con una raffica del suo sten, mentre Corbari spara col mitra dalla porta aperta. Il nemico, sorpreso dalla reazione, si ritira e si apposta intorno alla casa. I militi iniziano a sparare e a bombardare la casa a colpi di mortaio. Gli assediati si difendono con raffiche di mitra e lancio di bombe a mano, incuranti della superiorità numerica. Per avere una speranza di salvezza bisogna lasciare subito la casa e tentare la fuga. Corbari è esitante, non vuole lasciare Iris in mano ai fascisti. Per dissipare l’indecisione di Silvio e fare in modo che si salvi, Iris si uccide. |